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19 settembre 2020

sa stiddiosa di seulo

Un luogo che potrebbe essere utilizzato come ambientazione per una fiaba. Dicono che il periodo migliore per visitarlo sia da aprile a giugno, ma anche a settembre è molto bello.

C'è da dire subito che il percorso, anche se di due chilometri effettivi, è impegnativo sia per la discesa al Flumendosa, sia per la risalita all'auto. E' necessario indossare abbigliamento per le escursioni (incluso zaino con dentro il costume e l'asciugamano). Da non dimenticare una scorta d'acqua di almeno un litro a testa.

La traccia che vi mettiamo a disposizione parte da poco dopo il bivio posto sulla s.s.131 per Senorbì. Questo perchè i cartelli stradali in Sardegna sono... e perchè sulla cartina stradale o sul navigatore, alcune strade percorse non ci sono.

La descrizione, invece, parte dalla strada che da Villanova Tulo porta a Seulo. Questa si trova all'uscita del paese sulla destra (nessuna indicazione per Seulo) lasciandosi sulla sinistra un campo di calcio. Un cartello indica Foresta Pantaleo (o Santa Barbara).

La strada, un pò asfaltata e un pò cementata, porta in rapida discesa al ponte sul flumendosa e, superatolo, porta in ripida salita all'ingresso di Seulo dove i cartelli ben visibili, avendo gli occhi dietro la testa, indicano la strada per Sa Stiddiosa.

In gran parte asfaltata, si arriva alla sterrata dopo circa 2 chilometri. Dipendentemente dal periodo in cui andrete, dovrete pagare il biglietto d'ingresso (giusto o sbagliato che sia) di 7€ (a meno che non ci sia il concerto jazz di Favata e allora pagherete di più).

Dopo 2 chilometri dall'inizio della sterrata, abbiamo parcheggiato su uno slargo, ed abbiamo iniziato la camminata, in discesa, proseguendo sulla sterrata principale ed arrivando ad una biforcazione che, presa a destra, sarà la strada da percorrere in auto per tornare all'inizio della sterrata.

Dato che noi dobbiamo andare a Sa Stiddiosa, continuiamo per altri 30 metri sulla sterrata camionabile per poi gettarci per il tratturo dulla destra che taglia le isoipse (curve di livello) in perpendicolare e che mette a dura prova le gambe (un cartello indica 2KM alla meta).

Dopo 520 metri e 160 metri di dislivello si arriva su uno slargo che segna sia la fine della sterrata camionabile, che sebbene più lunga abbiamo scelto per tornare all'auto, sia la continuazione del tratturo per arrivare a Sa Stiddiosa. Il cartello indica 300 metri.

Il percorso è ugualmente impegnativo anche se con pendenza inferiore al precedente. In più, in alcuni tratti, vi sono delle funi che agevoleranno la risalita dal fiume. E' imperativo guardarsi attorno perchè il posto ed i panorami sono magnifici.

Arrivati giù non pensiate di essere i soli ad aver avuto l'idea. Fatevi coraggio e cercare un posto tranquillo per rilassarvi dentro le fresche acque delle piscine, guardando quella meraviglia di "Stiddiosa" che scende, sotto forma di tante goccioline, dal travertino ricoperto di capelvenere al fiume Flumendosa.

Non lanciate sassi, non portatevi via niente se non gli avanzi di cibo. Lasciate il posto meglio di come l'avete trovato. E soprattutto le cicche. Le cicche portatevele a casa!

Dopo esserci rilassati a dovere e non aver pagato per assistere al concerto (non sapevamo ci fosse), ci ricomponiamo e risaliamo, non senza difficoltà data la stanchezza, al punto della scelta della strada per il ritorno: quella irta e breve dell'andata o quella lunga e dolce camionabile? Quella lunga e camionabile!

La scelta si è rivelata quella giusta perchè indubbiamente meno faticosa e, confrontando con i tempi di chi ha scelto diversamente, non abbiamo impiegato di più: 1 ora e 10 minuti per risalire in entrambi i casi.

Stanchi ma con gli occhi gioiosi per aver visto un posto incantevole, saliamo in auto per "fiondarci" subito all'ingresso di Seulo a bere una meritata aranciata.

Billo & Daniela

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